Flying Soul

Road to nowhere
2019-09-03 01:20:00 (UTC)

Quando svariati anni fa ci ..

Quando svariati anni fa ci incontrammo per puro super randomico caso a casa mia e giocasti per la prima volta sul mio computer (quel gioco in Windows 7 con le torte da creare…Com’è che si chiamava…Ah già: “Purble Place”), mi si riempì il cuore di gioia vedendoti sorridere felice, dopo tutto quello che era successo anni prima. E ricordo benissimo, come fosse oggi, che corresti contento e saltasti ad abbracciare tua madre gridando “mamma! Mamma!”, al termine del pomeriggio. Più o meno da quel giorno in avanti incominciarono i miei giorni felici, pieni di speranza e di luce, perché pensavo di poter essere utile alla tua felicità e serenità, potendo essere forse anche io meno solo in virtù della tua presenza.

Da lì in poi, tante occasioni di condividere il tempo, in ordine cronologicamente sparso visto che non ricordo esattamente gli anni: il giro col treno rosso del Bernina, Leolandia, i castelli di Bellinzona, le partite della Juve a Torino, la cerimonia di consegna della licenza elementare a Milano, i parchi acquatici della Brianza e della Franciacorta, Cardiff (anche se finì male), l’aiuto nello studio e con i compiti, le megasfide a Monopoli e Uno, le saccagnate che mi davi regolarmente a Fifa sulla Xbox, i fuochi artificiali di fine anno, le vacanze in cui si scavavano buche enormi in spiaggia (manco dovessimo costruire una metropolitana), in cui ti facevo fare i voli in piscina e in cui ti riportavo in albergo sulle spalle alla sera, quando eri stanco o ti addormentavi. Più tanto altro ancora.

Anche quando ci furono situazioni non tanto belle, ho cercato sempre di correre uscendo talvolta anzitempo dal lavoro e dovendo poi recuperare di notte o nei fine settimana (ma è scontato dire che non me ne fregava nulla di doverlo fare). Le due volte al pronto soccorso per la rottura del braccio, quando andasti in panico durante l’orale degli esami delle medie, o quando avevi la febbre in modalità termosifone. Ecco…In quest’ultima occasione, mi vien da sorridere ricordando benissimo che una volta ti strinsi la mano e dissi: “whe, passami qualche grado di febbre, in modo da star meglio tu e io potermi mettere in malattia dal lavoro!”.

E poi…Anche quando in quella sera di agosto di un anno fa, da lontano (perché non ero giustamente parte in causa della discussione che ci fu) ti avevo sentito gridare, disperato: “io non ho mai avuto un padre” …Ecco…Iniziarono a scendere le lacrime e tra me e me pensai che se anni prima fosse mai stato possibile sacrificare o donare la mia vita per far tornare indietro quella che avevi perduto, l’avrei sicuramente fatto senza esitare un attimo. Esitazione che non avrei nemmeno ora. Perché io non potevo, né posso assolutamente sostituire nessuno (né ovviamente avevo la pretesa di farlo): potevo solo cercare di mitigare, da estraneo comunque, la mancanza di un certo tipo di figura. Spero solo di esserci riuscito...Almeno in questo. Davvero, non so se sono riuscito a farlo o è stato tutto ancora una volta un mio fallimento totale.

Porca miseria…Sono in modalità cascate del Niagara mentre scrivo queste cose, ricordandole e chiedendomi come sia semplicemente possibile che tutto questo possa essere stato in qualche modo dimenticato o accantonato, in favore di un senso di ostilità e di fastidio che sto notando negli ultimi periodi verso di me. Realmente, non me ne capacito e non so cosa fare per porre rimedio a tutto questo e non potendo porvi rimedio, ne esco distrutto.

Da sempre, ho dovuto giocoforza accettare, metabolizzare e assimilare tante, ma tante, tantissime situazioni di allontanamento, ma stavolta è assai più complicato: per la velocità, il modo, per tutto quanto…O forse unicamente e solo perché, quando ciò capita con persone a cui vuoi bene, ti si spacca letteralmente l’anima in mille cocci




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