Flying Soul

Road to nowhere
2019-08-25 00:00:00 (UTC)

Well...Devo dire che il ..

Well...Devo dire che il fall-out del rientro di quest’anno è stato sicuramente maggiore: il motivo in parte me lo spiego e in parte no.
Ti alzi la mattina e vaghi in modalità zombie, alla ricerca di volti che non ci sono, sguardi che non si vedono, voci che non si sentono. Gironzoli ovunque, avanti e indietro per le stanze, colpendo gli stipiti delle porte al tuo passaggio con le spalle e poi…E poi all’improvviso arrivano minuti di autentico tsunami.

Onde enormi, incontrollabili e inarrestabili, che risalgono dallo stomaco e dalla mente e che erodono le già poco solide fondamenta che ti sostengono, facendoti vacillare non poco.

Onde che ti deturpano l’espressione del viso, ti fanno tremare e ti annebbiano la vista dalle lacrime, con le lenti degli occhiali ridotte a specchi d’acqua delle tue paure e delle tue incertezze più profonde.

Onde che possono arrivare in un qualsiasi momento della giornata, tipo giusto un sabato sera fa tra la prima e la seconda serata. Tant’è che, forse per evitare catastrofi, un innaturale istinto di sopravvivenza ti ha spinto a vagare in auto fino a circa 280 Km di distanza tra andata e ritorno, con rientro alle 3 del mattino.

Senza una destinazione decisa a priori, senza una meta certa e per la *somma e suprema* gioia di Autostrade per l’Italia, che ha incassato pedaggi che sicuramente non pensava di dover incassare.

Tipo poco fa, dopo che mentre sistemavo un cassetto devastato dal disordine e dell'anarchia mi è passato per le mani una specie di foglio colorato con dedica, che mi ha fatto sprofondare nella malinconia più totale.

Sapete…S…Se…Se mai fosse possibile farlo e se mai qualcuno mi chiedesse una roba del tipo:
“Ma tu, *sul serio*, vorresti riavvolgere il nastro degli ultimi (quanti?) 6-7 anni e rivivere esattamente tutto? Compresi anche gli anni ed i momenti difficili di conflittualità con tuo padre, assieme a quelli altrettanto difficili riguardanti i problemi di salute avuti a partire diciamo dal 2016-2017? Con tanto di frequenti ore e qualche nottata al pronto soccorso?”

Beh, io…Io…Credo che…Credo che risponderei senza esitazione con un…Sì. Non c’è ombra di dubbio: assolutamente e definitivamente: S-I’.

La risposta sarebbe un sì, perché avrei comunque la certezza di poter rivivere dei bei momenti passati, magari correggendoli pure un po’, per migliorarli ulteriormente. Così come eviterei *ovviamente* degli errori. Così come riconfermerei la scelta di rifiutare occasioni di lavoro estremamente sfidanti e interessanti, che mi avrebbero però portato geograficamente lontano dagli affetti personali, che non potevo né volevo assolutamente perdere, rattristare o deludere, per via di un’opzione di mia estrema lontananza.

La risposta sarebbe un sì, perché ad esempio in una sera di fine agosto 2015 e in quella del 9 agosto 2018 troverei forse il coraggio di dire un paio di cose che non ho detto, ma che ho solo scritto sul mio diario digitale.

La risposta sarebbe un sì, soprattutto, perché ci sarebbe comunque globalmente un vago ma sostanziale equilibrio tra i tipi di momenti, mentre presente e futuro non mi danno la sensazione di equilibrio, anzi…

La risposta sarebbe un sì, perché avrei qualche anno di meno sulle spalle e qualche sopracciglio grigio-bianco in meno.
La risposta sarebbe un sì perché in quei periodi là, tornavi spesso sfasciato dalla fatica per il lavoro e in tali frangenti avevi solo voglia di andarti a schiantare sul letto “prima di subito”. Ma eri comunque atteso e tante volte, già nel mentre giravi la chiave o comunque qualche istante o minuto dopo, ricevevi saluti e graditissime visite. Elementi, questi, che sono sempre stati come una scarica positiva di corrente la quale, all’improvviso, ti ricaricava, ti faceva totalmente andar via la stanchezza del lavoro e dedicare energeticamente alle attività serali che seguivano.

Cose che ti consentivano di dare fondamentalmente un senso alla tua serata e che ti facevano fondamentalmente sentire vivo. Cose che erano una luce abbagliante in grado di tenere lontano il buio e i demoni dell’autodistruzione che ci abitano dentro, allontanandoli e quasi sconfiggendoli.

C’è stata una circostanza qualche mesetto (?) fa, più o meno riguardante l’ultimo concetto espresso…Ma mi sono stupidamente addormentato come un coglionazzo e non ho sentito quel dlin-dlon a sera mediamente inoltrata.
Può ovviamente sicuramente succedere, ma in cuor mio so e sapevo già che non me lo potrò né saprò perdonare mai, perché poi purtroppo quella circostanza non si è più finora ripetuta.

Esattamente come un treno che non effettua più una fermata che era solito fare, ma tira invece via dritto a tutta velocità. Corre, sfreccia, guarda avanti senza girarsi verso quella ormai vecchia ed inutile stazione.




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